mercoledì 17 gennaio 2007

Mettere a fattor comune

E' chiaramente il risultato del "lavoro a quattro mani".

1 commento:

f_fiac ha detto...

Certo, nella subcultura è sicuramente il risultato di un lavoro a quattro o più mani (comunque in un numero multiplo di due). A sostegno di questa tesi, ricercando in rete l'espressione incriminata, ho trovato alcuni esempi: “Questo modello federativo ci consente di mettere a fattor comune l’intero patrimonio informativo del Gruppo e di attuare così una governance efficace” (www.microsoft.com/italy/casi/Scheda.asp?IDCaso=473)
, "SSC, come idea, nasce nell'estate del 2002 , direttamente dal top management dei Gruppi coinvolti , con l'ipotesi di mettere a fattor comune, tra il gruppo ..." (http://www.aitech-assinform.it/community/utenti/contributi14.asp)

"Esso ha l’obiettivo di mettere a fattor comune le ricerche specialistiche portate avanti da alcuni degli enti presenti sul territorio" http://www.ismb.it/index.php?id=322&navCmd=reset

Mi pare si possa considerare un abuso. Il raccoglimento a fattor comune è un'operazione matematica che consente di mettere in evidenza una parte letterale o una serie di numeri che moltiplica tutto ciò che la segue. E' particolarmente utile perché consente di semplificare anche di molto polinomi che, se non ridotti ad una forma più accessibile, risulterebbero molto difficili da trattare.